Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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7 settembre 2019

Saluto del (n)PCI per l’Attivo P.CARC a proposito della diserzione di Angelo D’Arcangeli e Chiara De Marchis e degli insegnamenti che bisogna trarne.


Cari compagni,

ringrazio il compagno Andrea Scarfone che ha invitato noi del (nuovo)Partito comunista italiano a prendere la parola a questo Attivo che riguarda da vicino la nostra attività.

Negli Avvisi ai naviganti n. 91 e n. 92 abbiamo annunciato la diserzione dei due ex membri del P.CARC che all’inizio dell’anno il nostro Comitato Centrale ha arruolato nel Centro clandestino del Partito. La diserzione di Angelo e di Chiara reca un danno grave alla nostra causa, ma noi ne traiamo insegnamenti per procedere con maggiore scienza nella rivoluzione socialista che promuoviamo ed esortiamo tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose non solo a non demoralizzarsi, ma a giovarsene per continuare con più forza e maggiori successi la lotta.

Nei due comunicati abbiamo indicato gli insegnamenti principali che tutti quelli che aspirano a contribuire alla rinascita del movimento comunista devono trarre dalla diserzione dei due. Ovviamente non abbiamo parlato degli altri insegnamenti che il (n)PCI trae per il rafforzamento del suo Centro clandestino e in generale della sua attività, ma che si basano sulla conoscenza di aspetti della preparazione e condotta dell’operazione fallita comunque clandestini. Con i due video messaggi che ha diffuso dopo la diserzione, Angelo D’Arcangeli ha cercato invece di portare chi lo ascolta a discutere proprio di questi aspetti: ha addotto a ragione della diserzione i maltrattamenti che il dirigente dell’organismo di lavoro in cui erano inseriti avrebbe inflitto a lui e a sua moglie e della soggezione dell’intero CC del Partito al suo Segretario Generale. Tutti quelli che si lasciano indurre dal disertore a parlare di cose che non conoscono, si espongono a essere manipolati, parlano sulla base di pregiudizi e perdono tempo. Il materialismo dialettico ci insegna a ragionare di quello che conosciamo o su cui possiamo far inchiesta e a ragionare per trarre conclusioni che siamo in grado di verificare se sono giuste applicandole nella nostra pratica.

Ognuno di voi ha elementi per ragionare seriamente, con cognizione di causa e con profitto sui motivi della diserzione di membri del (n)PCI. Ognuno di voi infatti è in grado di valutare e verificare il Partito dal ruolo che esso ha svolto da 15 anni a questa parte nella lotta di classe. Di questo ha senso discutere.

Inoltre alcuni motivi riguardano le caratteristiche e le difficoltà della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti. Sono i motivi per cui nessuno dei partiti comunisti che sulla spinta della prima Internazionale Comunista, dell’Internazionale di Lenin e di Stalin, erano sorti in tutti i paesi imperialisti ha instaurato il socialismo, neanche con la Resistenza e la vittoria sul nazifascismo, nonostante l’eroismo di milioni di comunisti e di proletari. Si tratta del fatto che la rivoluzione socialista deve essere una guerra promossa e diretta dal partito comunista. Non si riduce a opposizione alle malefatte della borghesia, a proteste e a rivendicazioni. Non è una successione di riforme e conquiste economiche e politiche, come ad esempio è stato il grande glorioso movimento dell’Autunno Caldo del 1969 e degli anni immediatamente successivi. Le grandi conquiste di quegli anni, la borghesia le ha liquidate una dopo l’altra sia pure gradualmente.

La rivoluzione socialista è la guerra del proletariato contro la borghesia imperialista per instaurare il socialismo, quindi in primo luogo per porre il governo del nostro paese nelle mani delle masse popolari organizzate attorno al partito comunista e toglierlo alla borghesia che oggi governa tramite una delle sue fazioni o una combinazione di esse. È quello che ci insegna l’esperienza della prima ondata della rivoluzione socialista sollevata in tutto il mondo dalla vittoria un secolo fa della Rivoluzione d’Ottobre in Russia. La rivoluzione socialista è una guerra giusta e necessaria. È l’unica via per porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia impone all’umanità. Quando una guerra è giusta e necessaria, non c’è ragione che giustifichi la diserzione. Il partito comunista deve condurre la rivoluzione socialista come una guerra popolare rivoluzionaria, che ha il suo centro promotore e organizzatore nel partito clandestino. I disertori oggi non osano negare che la rivoluzione socialista è una guerra: ma sarebbe l’unica cosa che giustificherebbe la loro diserzione. La rivoluzione socialista è o non una guerra? È o non è giusta? È o non è necessaria? Quali sono le condizioni per condurre con successo questa guerra? Di questo è necessario e utile discutere.

La clandestinità richiede già oggi ai membri del (n)PCI una dedizione alla causa e una disciplina in ogni aspetto della propria vita personale che sono lontane dal senso comune creato nelle masse popolari dalle condizioni di vita e di lavoro alle quali la borghesia le condanna. Altri motivi della diserzione riguardano appunto i limiti e i difetti personali di ognuno dei due disertori, che sono però limiti e difetti comuni, largamente diffusi. Ambedue, in particolare Angelo D’Arcangeli avevano avuto ruoli elevati nel P.CARC e vi avevano svolto con risultati positivi compiti importanti. Molti compagni del P.CARC sono certamente in grado di riconoscere nell’esperienza del positivo lavoro svolto insieme con l’uno o l’altro dei due disertori di oggi, limiti e difetti presenti largamente in compagni che si arruolano nelle file della Carovana del (n)PCI: la diserzione è una spinta in più a combatterli. Nel caso concreto il più importante è la resistenza a studiare la concezione comunista del mondo, ad assimilarla e a usarla per conoscere il corso delle cose e per combattere, il contrario di orientarsi a naso. La scienza comunista del corso delle cose è un antidoto importante alle spinte alla rilassatezza morale e fisica, al pessimismo e allo scetticismo, alla mancanza di fiducia nella vittoria della rivoluzione socialista, alla rassegnazione al dominio della borghesia e del clero, all’evasione dalla realtà, all’abbrutimento. Sono spinte esercitate in mille modi spontaneamente dal sistema di relazioni sociali di oggi e che la classe dominante fomenta con tutti i mezzi di intossicazione delle menti e dei cuori dei quali dispone. La mancanza di abitudine alla disciplina di un collettivo di lavoro e a un sistema sano di alimentazione e di formazioni fisica, la non resistenza alla fatica sono difetti che molti dei compagni che si accostano alla Carovana riconosceranno in se stessi. La diserzione dei due ex dirigenti del P.CARC è una spinta a correggersi.

La breccia aperta nel regime politico della borghesia in Italia e negli altri paesi imperialisti conferma che il dominio della borghesia va verso la fine. Per prolungarne l’esistenza essa deve imporre un corso delle cose che suscita l’insofferenza e la ribellione di una parte crescente delle masse popolari: il terreno favorevole alla rivoluzione socialista che noi comunisti promuoviamo.

L’attività del governo M5S-Lega sorto dalle elezioni del 4 marzo 2018 e la sua crisi confermano che un governo ligio ai trattati UE e NATO, che rispetta i contratti stipulati dai gruppi imperialisti, obbedisce alle leggi imposte dai loro esponenti, rispetta gli interessi dei sistema finanziario internazionale, è un governo che non mantiene le promesse, è un governo precario. È la sorte anche del governo M5S-PD che i vertici della Repubblica Pontificia hanno appena installato.

Tutto questo conferma le indicazioni per la propria azione che il (nuovo)Partito comunista ha tratto dall’esperienza del movimento comunista e dal corso delle cose. La lotta è dura e sarà lunga, richiede dedizione senza riserve, tenacia e disciplina e in primo luogo, la cosa più difficile, l’assimilazione della scienza elaborata dal movimento comunista e la sua applicazione nella rivoluzione in corso secondo i principi del materialismo dialettico: ma la guerra che noi promuoviamo è giusta e necessaria. Noi quindi esortiamo a rompere con la sfiducia e il pessimismo e a contribuire ad essa. La nostra lotta è grande e tutti quelli che sono disposti a combattere trovano il loro posto.

Viva il contributo che il P.CARC sta dando alla rivoluzione che farà dell’Italia un nuovo paese socialista!

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (n)PCI.